VITA MOTU CONSTAT
Lo dice Aristotele con piena ragione.
Così come la nostra vita fisica consiste in un incessante movimento che è anche la condizione della sua esistenza, anche la nostra vita spirituale e interiore richiede un'occupazione continua con l'azione e il pensiero.
Per la felicità umana è indispensabile l'attività: si faccia qualcosa, si cerchi almeno di imparare. E può trattarsi di un'opera d'arte, di uno scritto o di un semplice lavoro manuale; l'effetto è lo stesso, ma naturalmente più nobile sarà il lavoro, tanto superiore ne sarà il piacere.Sotto questo riguardo gli uomini più altamente dotati sono anche i più felici, essendo consci della loro capacità a compiere opere grandi e coerenti, e la loro esistenza ha un sapore che manca a quella altrui, scipita.
Per essi la vita del mondo, accanto all'interesse materiale ne ha uno superiore, formale. In certa misura anche il loro intelletto appare duplice poiché si occupa delle comuni relazioni mentre è intento alla comprensione vera e oggettiva delle cose. Vivono doppiamente spettatori e attori.
Arthur SCHOPENHAUER
martedì 8 settembre 2009
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