Per condividere cose che a me sono parse belle. :-). Argomento Principe, l'Amore, in tutte le sue mille sfaccettature, forme e modi di manifestarsi. "BLOG DI SOLA LETTURA, CHE NULLA HA A CHE VEDERE CON OMONIMIE ALTROVE." Le fotografie - dove non diversamente indicato - sono mie.

mercoledì 6 gennaio 2021

Ravioli in regalo - Leo Buscaglia, Sette storie natalizie

 


Quando ero piccolo ho avuto una cotta per una bibliotecaria.
Una volta alla settimana teneva un'ora di storia nel giardino della biblioteca del quartiere. Ci leggeva fantastici racconti, pieni di avventure di fantasia, di bellezza. 
A queste lezioni io non mancavo mai.
Anzi, spesso arrivavo con ore d'anticipo per assicurarmi un sedile in prima fila e non perdere così nemmeno una parola.
Ricordo perfettamente il Natale in cui lesse La storia dell'altro Re Mago di Henry Van Dyke. Non avevo più di otto o nove anni. Solitamente, nel corso di quell'ora leggeva parecchie storie, ma in quella circostanza ne lesse solo una.
Terminata la lettura, ci abbraccio augurandoci buon Natale.Mi prese per mano e mi condusse fuori facendomi attraversare la biblioteca. Poi mi s'inginocchiò accanto. "Ho un regalo di Natale per te" mi disse sorridendo. "Voglio darti il libro che ho appena letto." E mi porse la sua copia della Storia dell'altro Re Mago. "Ti è piaciuta la storia?" Domandò.
Per la verità non l'avevo capita, ma naturalmente non ero disposto a confessarglielo; cosicché le risposi: "sì, era molto interessante". In effetti, quel racconto mi aveva lasciato sconcertato. Non riuscivo a concepire che qualcuno potesse arrivare al punto di follia di rinunciare, per qualsivoglia ragione, a essere presente a Betlemme per la nascita di Gesù di Nazareth. E nemmeno ero in grado di comprendere come una persona potesse donare perle e rubini, destinati in regalo a Cristo per il suo compleanno, a perfidi soldati e a conniventi dediti al recupero dei crediti.
Ricordo che tornai a casa, stringendo in mano il libriccino, deciso a leggerlo una seconda volta. Un fatto era certo; se piaceva alla mia meravigliosa amica, non poteva non piacere anche a me.
Come molti sanno, la storia racconta il viaggio favoloso dei tre Re Magi. Narra di come giunsero da molto lontano, guidati da una cometa, per recare doni a un Re neonato che giaceva in una mangiatoia a Betlemme. Essa per altro aggiunge che esisteva un quarto Re Mago, che io non avevo mai udito nominare. E anch'egli vide una stella verso Oriente, anch'egli intraprese il suo lungo e faticoso viaggio per unirsi agli altri Re e portare i suoi doni preziosi.
Stando al racconto, i tre Re Magi non stentano a raggiungere Betlemme; ma il quarto, Artaban, incontra innumerevoli difficoltà. Innanzitutto s'imbatte nel deserto in un ebreo, esule e malato, prossimo alla morte. Vinto da compassione, si ferma e soccorre l'infermo. A causa di questo ritardo manca all'appuntamento con gli altri Re Magi; di conseguenza non riesca a raggiungere la stalla in occasione di quel primissimo Natale. Tuttavia prosegue nel suo viaggio. Di lì a poco si disfa di uno dei doni originariamente destinati al santo Bambino per salvare la vita ad un'altra piccola creatura che, per decreto di Erode, è destinata a morire. Di tanto in tanto fa sosta per curare gli ammalati,sfamare gli affamati, confortare i prigionieri e gli oppressi.
Alla fine della storia, Artaban è disperato,sfinito. Si rende conto che la sua ricerca è durata trentatré anni, e a conclusione della stessa si ritrova sul Golgota. Quivi scopre che il figliuolo di Dio, colui del quale era andato in cerca tanti, tanti anni prima, è stato condannato alla crocifissione. Subito gli viene fatto di pensare all'ultimo bene di cui sia ancora in possesso, ossia una perla. Ha la certezza che essa varrà a comprare la libertà del Cristo. Ma proprio mentre tenta di contrattare per la vita di Gesù s'imbatte in una donna minacciata di stupro e di morte. Deve pagare per i debiti del padre. Ed egli, una volta di più, offre la perla, sua ultima fortuna, per riscattare la vita di quella sventurata.
Ora davvero non gli rimane più nulla. Tutto ciò che in origine egli aveva inteso elargire in segno di adorazione lo ha posto al servizio dell'umanità. Ma come non bastassero tutte quelle prove, Artaban è colpito dal masso che si stacca da una rupe, nel momento in cui un terremoto scuote la terra in concomitanza con la crocifissione. Ed ora è certo che morrà senza aver veduto il suo Signore. Ma mentre giace, sanguinante, in agonia, ode una voce sommessa giungere da lontano: "In verità, ti dico, ciò che hai fatto per uno dei più umili tra i miei fratelli, tu lo hai fatto a Me". E nell'udire queste parole, Artaban, il quarto dei Re Magi, muore nella consolante consapevolezza che il Signore aveva ricevuto i suoi doni.
Alla fine capii. Se in un primo tempo avevo pensato che quel Re Mago si fosse dimostrato tutt'altro che saggio perdendo l'occasione di presenziare al primo Natale, facendo dono di tutti i suoi beni, trascorrendo l'intera sua vita a soccorrere il prossimo, ora all'improvviso tutto mi appariva perfettamente chiaro. Non c'era dubbio: di tutti i Re Magi, Artaban era il più saggio e il più degno.
Non ce la feci ad aspettare, e raccontai subito la storia al papà e alla mamma. Avevano recato con sé una vera tradizione, in fatto di racconti e episodi da narrare, e mi ascoltarono con attenzione. Quando ebbi finito, per un lungo momento si scambiarono un'occhiata in silenzio. "E' una bella storia Felice" disse la mamma finalmente. "Ed è anche vera. Quando dai ciò che possiedi per aiutare qualcuno è come se ne facessi dono a Dio."
"Cosa regalerai a questa brava signore della biblioteca?" domandò mio padre.
Perbacco, pensai, non ho proprio niente da darle.
"Ci penso io," interloquì la mamma, "le farò un bel piatto di ravioli."
"Dei ravioli!" esclamai. La mia carissima amica, che mi aveva fatto un dono così raffinato, si sarebbe fatta beffe dei ravioli della mamma. Avrei voluto regalarle rubini, incenso o per lo meno mirra (chissà cosa diamine era!).
Ma come sempre le mie proteste non ebbero gran peso, e ben presto fui costretto a incamminarmi verso la biblioteca reggendo un piatto di ravioli fatti in casa e un barattolo colmo di salsa rossa e succulenta, l'uno e l'altro accuratamente avvolti in un foglio di solida carta marrone. Durante il percorso passai in rassegna i vari modi in cui avrei potuto disfarmi del regalo, nascondendolo dietro le bancarelle al mercato degli alimentari o gettandolo semplicemente in un cestello da rifiuti. Ma la coscienza prevalse e mi spinse fino alla biblioteca. Qui trovai la mia innamorata che sedeva dietro la scrivania. Quando entrai mi rivolse un caloroso saluto. "Leo!" esclamò.
"Le ho portato un regalo" farfugliai, allungando le braccia e posando i due involti. "E' una cosa un po' stupida: roba da mangiare... dopo."
Lei afferrò di slancio uno dei pacchi, spiò dentro la carta e afferrò il piatto. I suoi occhi brillarono.
"Ravioli!" disse. "Mi piacciono i ravioli. Ti ringrazio. Non è affatto un dono stupido. Anzi, è un tesoro, più prezioso dei gioielli."
Più prezioso dei gioielli? pensavo.
Sì...
E' naturale...
E finalmente compresi fino in fondo La storia dell'altro Re Mago. I ravioli della mamma assunsero un significato tutto particolare.


Leo Buscaglia
Sette storie Natalizie