Perché è così: prima si sbaglia,
ci si perde,
ci si arrampica per astratte impalcature intellettuali,
finché la vita un bel giorno comincia,
coi suoi gesti leggeri e sapienti,
a richiamarci a lei:
è come aprire gli occhi ad un tratto
e ritrovarsi su una striscia di prato al sole,
vicino alle pietre e alle piante.
Il senso della vita non è più sparso,
nel cervello, nelle mani, negli occhi,
ma è tutto raccolto nel centro del petto,
come un enorme fiore o come una corazza:
e il domani non è più
che portare sempre più in avanti quel fiore,
sereni, eretti,
per una grande strada bianca.
Antonia Pozzi
L'età delle parole è finita
1923-1938