Per condividere cose che a me sono parse belle. :-). Argomento Principe, l'Amore, in tutte le sue mille sfaccettature, forme e modi di manifestarsi. "BLOG DI SOLA LETTURA, CHE NULLA HA A CHE VEDERE CON OMONIMIE ALTROVE." Le fotografie - dove non diversamente indicato - sono mie.

lunedì 17 gennaio 2022

Lettera di Lord George Byron alla Contessa Teresa Guiccioli, Venezia 22 Aprile 1819

 

Lord George Byron -  Keats and Shelley Museum di Roma

Il poeta inglese George Byron, che nella sua vita sregolata ebbe un enorme successo sia come letterato sia come uomo - era bellissimo -, scrisse nel suo imperfetto italiano all'ultimo grande amore, la contessa Teresa Guiccioli.


Carissimo il mio Bene,

la tua carissima arrivata oggi m'ha fatta provare il primo momento di piacere dopo la tua partenza. Il sentimento espresso nella tua lettera è pur troppo corrisposto da parte mia, - ma sarà ben difficile per me rispondere nella tua bella lingua alle espressioni dolcissime che meritano una risposta piuttosto di fatti che di parole:  - mi lusingo però che il tuo Cuor saprà suggerire cosa e quanto il mio vorrebbe dirti. - Forse se ti amassi meno non mi costarebbe tanto a spiegare i pensieri miei, poiché adesso ho di superare la doppia difficoltà di esprimere un "dolor" insopportabile in una lingua per me straniera. - Perdona ai miei spropositi, il più barbaro che sarà lo Stile mio più rassemigliera' al "mio Destin" lontano da te. Tu che sei il mio unico ed ultimo Amor, tu - che sei il mio solo diletto, la delizia di mia vita - tu - che fosti la mia sola Speranza, tu - che fosti - almeno per un momento - tutto mio - tu sei partita - ed io resto isolato nella desolazione. Ecco in poche parole la 'storia nostra'! (...)

Tu mi giurasti la costanza, - ed io non ti giuro nulla, vedremmo chi di noi due sara più fedele - Ricordati quando arriva il momento che tu non sentirai più per me non avrai da ricevere rimproveri; è vero che soffrirò, ma in silenzio. - Conosco pur troppo il cuore dell'uomo, e forse anche un poco quello della donna, Conosco che il sentimento non dipenda da noi - ma che è la cosa più bella e più fragile della nostra esistenza, - dunque - quanto tu senti per un altro quel' che hai sentito per me - dimmi sinceramente - non cercaro annojarti - non ti vedrò più - porterò invidia alla felicità di mio rivale, - ma non ti darò più disturbo. - Questo ti prometto però - tu mi dici qualche volta che sono stato il tuo primo Amor vero, ed io t'assicuro che tu sarai l'ultima mia Passione. - Posso ben' sperare di non innamorarmi più - adesso tutto è divenuto indifferente per me, - prima di conoscerti - molte m'interessarono ma giammai una sola, ora amo a te, e per me non v'è altra donna in terra. - Tu parli di pianti, e della tua infelicità; il mio dolor è interno, io non verso lacrime, tu hai attaccata al' tuo braccio un'immagine - che non merita tanto; ma la tua è nel mio cuore, è divenuta una parte di mia vita, della mia anima, e se vi fosse una vita dopo questa anche colà saresti mia, - senza di te dove sarebbe il Paradiso? piuttosto che il cielo privo di te preferirei l'Inferno di quel' Grande sepolto in tua Città, basta che tu fosti meco come Francesca col' suo Amante. - Ben' mio dolcissimo - io tremo scrivendoti, siccome tremai nel vederti - ma non più - con quei soavi palpiti. - 

Ho mille cose da dirti, e non so come dirle, mille baci a mandarti - ed' Oime'! quanti Sospiri! Amami - non come io ti amo - perché questo sarebbe renderti troppo infelice, Amami - non come io merito perché questo sarebbe troppo poco, - ma come il tuo Cuor ti dirigerà. -

Non dubitare di me - sono e sarò sempre il tuo più tenero Amante.


Venezia, 22 Aprile 1819


Byron



 Contessa Teresa Guiccioli - Keats and Shelley Museum di Roma





Fotografie: Keats and Shelley Museum di Roma 

Fonte testo: Avallardi Editore