Mercoledì sera, ore 11,20 20 ottobre 1846
(...)
Penso a te in ogni ora del giorno, la tua immagine mi sorride, mi accompagna, mi circonda; mi addormento con lei; è lei che mi sveglia, lei colora la mia giornata d'un riflesso roseo e dolce - se tu contavi di trovare in me le acredini delle passioni da adolescenti e la loro foga delirante dovevi fuggire da quest'uomo che sin da principio si dichiarò vecchio e prima di chieder d'essere amato mostrò la sua lebbra.
Io ho vissuto molto, molto, quelli che mi conoscono un po' intimamente si meravigliano trovandomi così maturo e io lo sono ancor più di quanto loro non pensino; sino a tre mesi fa pensavo di averla finita con le passioni e avevo buone ragioni per crederlo.
Più grande o più piccolo, io non sono un uomo come gli altri e non bisogna amarmi come si amano gli altri (...); quando non si guarda la verità che di profilo o di tre quarti la si vede sempre male, son pochi quelli che sanno mirarla di fronte, e tu fai come tutti; ebbene, sappilo, quand'anche volessi non amarmi più mi amerai sempre, tuo malgrado e io ne sono fiero (...).