Narra le vicende del cecchino russo Vasilji Griegorievic Zaitsev durante la resistenza di Stalingrado
Una storia vera.
Gli uomini fanno le guerre per il profitto o per un ideale, ma le combattono per il territorio e le donne.
Presto o tardi le nobili cause affogano nel sangue e perdono di significato.
Presto o tardi morte e sopravvivenza ottundono i sensi.
Presto o tardi l'unica logica che resta è quella della sopravvivenza e l'unica prospettiva la morte.
Poi, quando i migliori amici muoiono urlando e anche gli uomini migliori, folli di dolore e rabbia, perdono la ragione in un abisso insanguinato, quando tutta la giustizia, la bontà e la bellezza del mondo sono strappate via insieme alle gambe, alle braccia e alle teste di fratelli, figli e padri, allora ciò che continua a spingere gli uomini a combattere e a morire è la volontà di proteggere le donne e la terra.
Capisci che è così quando senti parlare gli uomini nelle ore che precedono la battaglia.
Parlano delle loro case e delle donne che amano. Capisci che è così quando li guardi morire.
Se un soldato in punto di morte è sdraiato al suolo, cerca di affondare le mani nella terra, di afferrarla.Se può, solleva la testa e guarda la montagna, la valle o la pianura.
Se è lontano dalla sua terra pensa alla sua casa, e parla del suo villaggio, o della città in cui è cresciuto.
Negli ultimi momenti di vita la patria è importante.
E alla fine un soldato non inveirà contro chi o cosa l'ha ridotto in quelle condizioni, ma sussurrerà il nome della figlia, della sorella, della moglie, della madre, persino mentre invoca il nome del suo Dio.
La fine è come l'inizio.
Alla fine restano soltanto una donna, e una città.
pag. 931 di SHANTARAM di Gregory David ROBERTS, una storia vera...
martedì 30 dicembre 2008
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