L'ANIMA se ne sta smarrita per la stranezza della sua condizione e,
non sapendo che fare,
smania e fuor di sé non trova sonno di notte né riposo di giorno,
ma corre,
anela là dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza.
E appena l'ha riguardato,
invasa dall'onda del desiderio amoroso,
le si sciolgono i canali ostruiti:
essa prende respiro,
si riposa delle trafitture e degli affanni,
e di nuovo gode, per il momento almeno,
questo soavissimo piacere (...)
Perché, oltre a venerare colui che possiede la bellezza,
ha scoperto in lui l'unico medico dei suoi dolorosi affanni.
Questo patimento dell'anima,
mio bell'amico a cui sto parlando,
è ciò che gli uomini chiamano AMORE.
PLATONE
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