In quella occasione
mi colpì qualcosa
di simile a un fulmine. I@AFin dal primo momento,
quando Gertrud, ancora volgendomi le spalle,
si alzò e si rivolse a me.
Fu come se in quel momento
si fossero incontrate
due persone unite da sempre.
Come andarono veramente le cose non posso saperlo,
perciò neppure raccontarlo.
Ho scritto ripetutamente sull'amore.
Ad alcuni ciò è apparso costruito ed utopistico,
per me invece
è l'inadeguato specchio di una realtà.
Posso raccontare però gli eventi relativamente esteriori.
Da quando c'è Gertrud, dal 1907,
in me è avvenuta una trasformazione.
Fino ad allora ero un uomo
- malgrado l'insoddisfazione e gli aneliti -
che voleva sapere,
che aspirava alla verità,
freddo.
Da quel momento
diventai un essere umano
a cui ogni giorno viene ricordato
che è un essere umano.
Non con delle parole,
ma attraverso la realtà effettiva della mia compagna di vita, che tacitamente ammonisce:
non puoi pensare di aver fatto già abbastanza
con le opere dello spirito!
Gertrud fa sì
che io non trascuri troppe cose,
mi ricorda quel che ho da fare nel campo delle cose umane, in cui sono così sbadato.
Legge ed esamina tutto ciò che scrivo.
La sua presenza risveglia in me
l'impulso di non sprofondare nel mondo dello spirito
e nel puro pensiero.
Ancor più sono convinto che,
se la mia filosofia ha una profondità,
non l'avrei mai raggiunta
senza Gertrud.
Volontà e destino
Autobiografia
Karl Jaspers
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