Non posso vivere povero nell'ignoranza
Mi occorre vedere sentire e abusare
Sentirti nuda e vederti nuda
Per abusare delle tue certezze
Per fortuna o per disgrazia
Io conosco a memoria il tuo segreto
Tutte le porte del tuo impero
Quelle degli occhi
Quelle delle mani
Dei seni e della bocca dove ogni lingua si scioglie
E la porta del tempo aperta tra le tue gambe
Il fiore delle notti d'estate alle labbra della folgore
Alla soglia del paesaggio dove il fiore ride e piange
Pur serbando questo pallore di perla morta
Pur donando il tuo cuore
Pur aprendo le tue gambe
Sei come il mare tu culli le stelle
Sei come il campo d'amore tu unisci e separi
I folli e gli amanti
Sei la fame il pane
la sete la grande ebbrezza
E l'ultimo connubio tra sogno e virtù.
Paul Eluard
Nessun commento:
Posta un commento