Per condividere cose che a me sono parse belle. :-). Argomento Principe, l'Amore, in tutte le sue mille sfaccettature, forme e modi di manifestarsi. "BLOG DI SOLA LETTURA, CHE NULLA HA A CHE VEDERE CON OMONIMIE ALTROVE." Le fotografie - dove non diversamente indicato - sono mie.

lunedì 10 dicembre 2018

Amor - come parola essenziale - Carlos Drummond De Andrade








Amor - come parola essenziale

dia inizio alla canzone e la sostanzi.

Amor guidi il mio verso e, nel guidarlo,

unisca anima e sesso,

membro e vulva.


Chi osa dir di lui che è solo anima?


Chi non sente nel corpo l'anima espandersi

fino a sbocciare in un vivido grido d'orgasmo,

in un istante d'infinito?


Il corpo avvinghiato a un altro corpo,

fuso, dissolto,

torna all'origine degli esseri, 

che Platone vide e completi:

è uno, in due perfetto: due in uno.


Integrazione a letto o già nel cosmo?

Dove ha fine la stanza e giunge agli astri?

I🌠A


Che forza qui nei fianchi ci trasporta a quell'estrema regione, eterea, eterna?

Al delizioso tocco della clitoride, tutto, ecco, si trasforma, in un baleno.

In un minuscolo punto di quel corpo, la fonte, il fuoco, il miele si concentrano.

La penetrazione via via squarcia le nubi

e svela soli tanto sfolgoranti

che mai l'umana vista ha sopportato,

mai, trafitto di luce, continua il coito.


E continua e si estende in tale guisa che,

oltre noi, oltre la stessa vita,

come attiva astrazione che si fa carne,

l'idea di godere sta godendo.


E in un patir di gaudio, tra parole,

anzi di meno, suoni, ansimi, ahi,

solo un piacere in noi raggiunge l'apice:

è quando l'amore muore d'amor, divino.


Quante volte moriamo l'uno nell'altro,

nell'umida caverna vaginale,

di quella morte che è dolce più del sonno:

la quiete dei sensi, soddisfatta.


Allora si instaura la pace.

Pace di dei, adagiati sul letto,

come statue vestite di sudore,

grate per quanto ad un dio aggiunge l'amor terreno.




Carlos Drummond De Andrade









I@A: a Te amore mioNon ho mai saputo prima che cosa fosse un amore simile a quello che tu mi hai fatto provare (cit. da una lettera di John Keats alla sua Bright Star)

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